mercoledì 21 ottobre 2015

Amici

Buongiornoooo... come state?
Oggi vi voglio parlare dell'amicizia quando sei exchange , del valore a cui gli attribuisci e il significato di essa quando sei fuori patria.
La lampadina contenente questa idea si è accesa ieri sera, quando sul gruppo whatsapp degli exchange (ne esistono a bizzeffe, ma questo è il primo gruppo in cui sono entrata ed è quello a  cui sono più legata) si è scatenata una discussione tra exchange attuali ( Io & Antonio) ed exchange futuri ( Francesco & Luisa). Da notare che il nome del gruppo è exchange attuali e futuri...
Anyway, la discussione riguardava l'argomento amici exchange italiani, amici exchange e amici autoctoni. 
Francesco e Luisa partiranno del 2016 e , come ogni ragazzo prima di partire, desiderano vivere al massimo la loro esperienza e non sprecare il loro tempo parlando Italiano e stando con gli Italiani. Vorrebbero, in futuro, stare solo con gli autoctoni sin dall'inizio per non gettare via tempo prezioso. 
Io e Antonio, invece, stiamo già vivendo la nostra avventura, io in Danimarca e lui in Slovacchia. E sosteniamo che gli exchange vicini a noi sono la nostra ancora di salvezza, e gli italiani sono come acqua nel deserto.
Prima di partire tutti, compresa me, condividono anche piuttosto fermamente l'idea di Fra e Lu.
Infatti, lo ammetto: quando ho scoperto la presenza di così tanti italiani, vicini a me, non ero molto contenta, ma ora ringrazio ogni giorno la loro presenza. 
Ora vi racconto di me e della mia esperienza.
Innanzitutto dovete sapere che io non faccio amicizia molto facilmente, sono tendenzialmente timida e amo stare da sola, quindi non ho mai avuto moltissimi problemi riguardo a questo. Inoltre ho avuto davvero tante delusioni nel campo, che mi hanno portato a pensare (come dice il proverbio): meglio sola che male accompagnata.
So che questa filosofia di vita è sbagliata in Italia, nel mio paese, vicino alla mia famiglia, a tutte le mie conoscenze e sicurezze, perché ovviamente, stando soli si sta male. In Italia, però, non si è mai davvero soli, quindi è davvero difficile capire cosa significa veramente la solitudine. Ora immaginate quanto l'idea sia corretta qui, dove davvero sono sola. Dopo un primo momento, in cui non sentivo il bisogno di nessuno, ho iniziato a provare la necessità di parlare con qualcuno, di avere qualche amico vicino a me e non a chilometri di distanza. Ho cominciato con la mia famiglia ospitante, ma il mio bisogno non si colmava, anzi mi sentivo sempre più sola. Poi finalmente è iniziata la scuola, e ho conosciuto gli altri exchange, ma purtroppo sono diventata amica solo con gli italiani. Purtroppo perché mi piacerebbe essere amica anche con le altre ragazze provenienti dal tutto il mondo, ma è difficile perchè non abbiamo molte affinità, e di conseguenza il mio circolo di amici si apriva e chiudeva attorno agli Italiani. Ora sono passati più di due mesi e la nostra amicizia cresce sempre di più perchè è nata in un momento di difficoltà e non comune per ragazzi della nostra età e attraverso tutte le risate e pianti, e vi assicuro che ne sono stati tanti, siamo un bel gruppo ora, o meglio siamo divisi a coppie, ma quando siamo tutti insieme è sempre "spettacolare".
Dopo due settimane di soli exchange ho finalmente conosciuto i miei compagni di classe, o meglio compagne... Ogni giorno parlavo con una persona diversa, conversazione di 30 secondi, ma per me era davvero importante, quando non hai nessuno ogni minima attenzione è apprezzatissima e ti fa sentire bene. Così alla domanda: ma hai amiche in classe? la mia risposta era ed è sempre si. Però io so che non le posso considerare amiche perchè ci sono uscita solo due volte e in classe ci parlo un po'...
Però quando sei all'estero in un primo momento chiunque, ti rivolga la parola o ti aiuta, è un tuo grande amico. Quindi si sono amiche. Sintetizzando ora io ho 3/4 amiche danesi (compagne di classe) e il mio gruppo di italiani.
Ora che vi ho spiegato la mia situazione torniamo alla discussione di ieri sera.
Io e Antonio sostenevamo che quando sei all'estero i primi mesi ti interessa stare bene e quindi cerchi tutte le soluzioni per esserlo, e stare con tuo compatriota, parlare la tua lingua ti aiuta ad essere felice.  Io amo parlare la mia lingua, mi fa sentire bene, mi fa riposare un po'il cervello dalle tre lingue ed in più mi aiuta ad allontanare la malinconia, quindi penso che parlare italiano non è un modo per sprecare la mia più grande opportunità di vivere come una vera autoctona, anzi è un aiuto perchè mi fa stare bene. E se lo sono imparo prima, sono contenta di stare con i danesi e  non stò chiusa in camera stando male. Quindi se si riesce a conciliare amici danesi, inglesi e italiani, parlare italiano non è negativo anzi arricchisce sempre di più. Certo, questo non significa il stare solamente con gli italiani e parlare solo quello, perchè senò me ne stavo in Italia, significa dedicare il mio tempo ai miei amici danesi come a quelli italiani, studiare danese, e parlare inglese, significa essere tripolari e penso che sia sempre positivo e il più semplice modo per avere un biglietto gratuito per il manicomio più vicino. Già le persone bipolari sono pazze, immaginate quelle tripolari come me cosa sono...

 Prima di partire è estremamente facile dire solo autoctoni e non exchange, ma vi assicuro che gli exchange sono il meglio che si possa desiderare. Ora per favore non fraintendete il mio discorso, stare con gli italiani si, ma con i danesi sisi.
Un mio consiglio per i futuri exchange è quello di non dire amici italiani no e solo autoctoni perchè rischierete davvero di rovinarmi i primi mesi dell'esperienza e di stare male per la solitudine, inoltre non preoccupatevi del se sto con gli italiani (ovviamente non 24/24 7/7 ) non imparo la lingua, quella la imparate lo stesso e pure la cultura, tra scuola, famiglia e corsi. Quindi rilassatevi e non vietavi la vostra lingua che gli autoctoni amano la musicalità italiana e vi farete amici anche solo per il vostro accento, a me è successo. Tutto il mio "bellissimo" discorso riguarda soprattutto i ragazzi in paesi non anglofoni come la Danimarca e la Slovacchia. Caro lettore se hai intenzione di andare in USA, Uk o Australia, allora prendi con le pinze tutto quello che ho scritto e pensa che i tuoi futuri amici parlano una lingua che tu conosci, quindi non sii timido e tenta di stare con loro.
Exchange students
Amiche Danesi


Italienskerne




Ora dopo tutto questo enorme e contorto discorso spero di trovare altri amici danesi e approfondire le amicizie che già ho, ve l'ho scritto che sto iniziando a impazzire ;P.
Grazie mille per la pazienza e se siete arrivati in fondo siete stati davvero coraggiosi.
Alla prossimaaaa....
Vale

mercoledì 14 ottobre 2015

Il mio modo di vincere... #proudofme

Ciaoooo...
Eh si sono ancora viva, scusate per il ritardo, ma questo periodo è stato davvero difficile per me. Tra la nostalgia di casa e l'incomprensibilità della lingua, che nonostante tutti i miei impegni non riuscivo neanche ad assaggiare (non volevo e voglio parlare perfettamente dopo appena due mesi, ma capire qualche parolina in più si,invece niente), sembrava che fossi un gambero: camminavo per andare indietro. Peggioravo in tutto ed invece che andare avanti facendo miglioramenti mi sentivo in stallo, anzi quando il malumore era forte mi sentivo lasciare andare e cadere dimenticando.
Ora sono davvero in dubbio: il tempo verbale da usare nei prossimi periodi. Non so se scriverli al passato facendo finta di essere positiva e fregandomene di tutto o al contrario scriverli al presente per non sfidare la sorte e andarci cauta. Presente o passato? Di getto direi passato, ma stiamo cauti e andiamo di presente.
Come se non bastassero i problemi di un adolescente normale, sommati a quelli di un'exchange, io ho anche i miei di problemi, quindi in sintesi non sono messa bene. Purtroppo i miei sono davvero indipendenti da me, infatti dipendono solo dalle persone che mi circondano, quindi non posso risolverli io e soprattutto da sola. Non so se mai scriverò quello che mi è/sta successo nel blog. Magari arriverà nel prossimo post, magari fra tre o magari mai. Mi ero ripromessa che il prossimo post che avrei scritto sarebbe stato quello dei miei problemi con le relative soluzioni nel momento in cui li avrei risolti; ma penso che se avessi mantenuto il mio intento il prossimo post ve lo avrei scritto a febbraio. 
Quindi eccomi qua. A scrivere come sto adesso e come ho arginato i miei problemi (non risolto, sia chiaro), tornando con il sorriso e apprezzando dove sono e quello che mi circonda. Mi sono dedicata allo studio della lingua con Duolingo che tra tutti gli strumenti che ho, è davvero il più utile e lo consiglio a tutti i futuri Exchange e a tutti quelli che vogliono imparare una lingua. Inoltre ho iniziato a fare pratica con Giuditta. Molti dicono che il modo migliore per imparare una lingua sia parlare con un madrelingua, io invece sono originale e controcorrente e penso che sia più utile parlare con uno studente, quindi cercare un partner con i tuoi stessi obbiettivi e difficoltà e iniziare. Io sto facendo così. Lo so che molti mi direbbero: " con tutti i madrelingua a tua disposizione,ti alleni con un exchange?" E la mia risposta sarà sempre : "Si, l' Exchange mi capisce, ha le mie difficoltà, la mia velocità e il mio stesso livello. Un madrelingua non capisce le mie paturnie e pretende di parlare normalmente, quindi quello andrà bene quando io parlerò il danese e mi servirà il suo aiuto  per migliorarlo. Per impararlo necessito di collaborazione: due persone allo stesso livello, non uno bravo e uno scarso, perchè per lui è normale essere bravo, mentre io invece  mi sento una carretta (quando io non è assolutamente vero; ma sapete la mia autostima a che livello è)... quindi i madrelingua fra qualche mesetto... ahahahhaha. Ho inoltre iniziato a guardare cartoni animati e a leggere il giornale. Quindi piano piano sto migliorando, e quando capisco anche solo un concetto sono sempre più felice... La nostalgia di casa purtroppo non l'ho ancora sconfitta, ma penso che mai lo farò: chiamerò sempre mia mamma ad ore impossibili per chiederle assurdità, tra consigli rispetto a creme o ricette particolari, ma di questo sono contenta e  non saranno i chilometri a farmi cambiare abitudini così rassicuranti. Per i problemi esterni, come scritto prima, io non posso farci nulla, solo aspettare. Però sono felice di essere qua, di avere amici come i miei, che dall'Italia, dall'Olanda o dalla Spagna, sono sempre presenti, e di avere dei "ACF" qua vicino a me, che mi sostengono come non pochi. e di essere io. Alla fine non sono male, qua sto capendo che forse non sono da buttare e qualche qualità c'è l'ho anche io. Esco spesso e tra corsi e tra i miei fantastici ACF sono riuscita a superare il primo momento buio e oscuro. Riassumendo e chiarificando: "Qual'è la ricetta della felicità? o del superare i problemi?" "Te stessa".  Se ti piaci, se sei orgogliosa di te stessa, se hai buoni amici (non tanti, buoni nel mio caso ne bastano tre), se hai sempre più sfide e le riesci a vincere impegnandoti, non puoi non essere felice. Tutto si sistema con il tempo. E se dopo tutto sei ancora giù, parti e vai al mare, in città, nella capitale o in montagna. Vai via di casa e tutto sembrerà più facile e ti darà la forza per tornarci ed affrontare i tuoi problemi. Io non ho risolto neancora niente, ma il sorriso ce l'ho. Ho il mare, ho Copenaghen e ho me stessa... il resto sono solo parole. Trova la forza in qualcosa e inizia a capire che tu vali e non sei sbagliata (o stupida solo perchè parli un'altra lingua), perchè tutti noi valiamo (la lingua la imparerai, anzi diventerai trilingue)... abbiamo una testa e come tale va usata, quindi si segui i consigli che la gente più esperta di te ti da, ma prima pensa quello che ti fa stare meglio e agisci... La felicità è dietro l'angolo, solo che a volte siamo troppo pigri per alzarci dal letto, spegnere il computer, e andare. Io e Giuditta lo abbiamo fatto e ne siamo state ricompensate...  Infatti armate di forza di volontà e di sciarpa abbiamo intrapreso una pazzia: camminare 23 km con una temperatura di 7° gradi... Eh si cari lettori, siamo pazze, ma ce ne vantiamo... Ricordatevi sempre che la pazzia buona e sempre ben ricompensata, guardate la nostra: (Lasciate perdere le nostre facce, stanche dalla camminata e dal freddo)














Non sembra la casa di Biancaneve?

IO sono ancora senza parole...




Quindi sono qui da 70 giorni e sono sempre più consapevole di me e sempre più orgogliosa di me stessa... Inoltre ho davvero visto posti davvero mozzafiato che mi fanno sempre innamorare di più di questo paese delle fiabe...

Grazie mille
Alla prossima
Vale